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Con il metodo ‘gentile’ LISA di Chiesi i nati pretermine con distress respiratorio (nRDS) possono respirare

Con il metodo ‘gentile’ LISA di Chiesi i nati pretermine con distress respiratorio (nRDS) possono respirare

La ricerca Chiesi rinnova la terapia intensiva neonatale: da settembre è applicabile in Italia la metodologia LISA (Less Invasive Surfactant Administration) con un catetere dedicato, LISAcath, un nuovo approccio, meno invasivo rispetto alla tradizionale intubazione endotracheale, per la somministrazione del surfattante nei bambini nati prematuri con Sindrome da Distress Respiratorio (nRDS), la cui sopravvivenza dipende dall’immediata applicazione di questa sostanza nei polmoni immaturi che non riescono a produrla fisiologicamente. Grazie all’impiego di questo sottile catetere endotracheale appositamente messo a punto da Chiesi con i suggerimenti di neonatologi esperti, si evita il ricorso alla ventilazione meccanica invasiva, mantenendo il respiro spontaneo del bambino prematuro con l’ausilio di una ventilazione più ‘gentile’.

Impiegato come trattamento d’elezione per la RDS neonatale e per la profilassi dei bambini a rischio, il surfattante (Curosurf®), frutto della ricerca Chiesi, è una terapia salvavita che, dal suo ingresso sul mercato – taglia quest’anno il traguardo del primo quarto di secolo – ha cambiato le sorti di 4 milioni di bambini nati prematuri in tutto il mondo, dimostrando di aumentarne la sopravvivenza.

sindrome distress respiratorio neonatale

“Dall’introduzione sul mercato del surfattante negli anni novanta la ricerca Chiesi in neonatologia non si è mai fermata – dichiara Raffaello Innocenti, Direttore Generale di Chiesi Italia –. Ci siamo posti il raggiungimento di un ulteriore obiettivo: fornire agli specialisti un’arma in più per garantire una somministrazione ottimale di un prodotto riconosciuto come essenziale alla vita di questi neonati. Oggi, grazie a questo nuovo metodo si evita l’intubazione endotracheale e la somministrazione invasiva di pressione positiva potenzialmente dannosa per i polmoni del neonato in via di sviluppo, migliorando in seguito la qualità di vita di questi piccoli pazienti”.

L’impegno di Chiesi in neonatologia non si esaurisce nell’attività di ricerca e sviluppo di terapie e dispositivi innovativi, ma prevede anche il supporto a progetti di formazione volti a migliorare la pratica clinica dei neonatologi, come dimostra il simposio organizzato con il supporto non condizionato di Chiesi dal titolo “Come migliorare il successo dell’approccio non invasivo nel neonato pretermine sin dalla sala parto”, che si è svolto lo scorso 27 settembre nell’ambito del XXIII Congresso Nazionale della Società Italiana di Neonatologia.

Sindrome da Distress Respiratorio neonatale (nRDS)

La Sindrome da Distress Respiratorio neonatale è una grave insufficienza respiratoria causata dalla carenza di surfattante polmonare, una sostanza tensioattiva che riveste la superficie interna degli alveoli polmonari e consente ai polmoni di espandersi con facilità, evitandone il collasso durante le fasi espiratorie.

La carenza di surfattante polmonare colpisce l’1% dei nati vivi e l’incidenza è tanto più elevata quanto più bassa è l’età gestazionale: dei nati intorno alla 30esima settimana di gestazione 1 neonato su 4, circa il 25%, è a rischio. La percentuale raddoppia, avvicinandosi al 50%, nei nati tra le 26 e le28 settimane.[1] Si stima che in Italia nascano ogni anno circa 40 mila neonati pretermine, quindi prima della 37esima settimana di gestazione.[2]

Chiesi Italia è la filiale italiana del Gruppo Chiesi, con sede a Parma e un profilo commerciale. Il suo maggior impegno è rivolto alle attività di informazione medico scientifica e commercializzazione dei prodotti Chiesi sul territorio italiano.

Il Gruppo Chiesi – L’azienda, nata a Parma (Italia) nel 1935, è oggi un gruppo internazionale orientato alla ricerca, con oltre 80 anni di esperienza. Chiesi ricerca, sviluppa e commercializza farmaci innovativi nelle aree terapeutiche respiratoria, neonatologica e della medicina specialistica. Il Centro Ricerche di Parma, i laboratori di Parigi (Francia), Cary (USA), Chippenham e Oxford (UK) e il team di R&S della sussidiaria Zymenex (Svezia e Danimarca) collaborano ai programmi pre-clinici, clinici e registrativi del Gruppo.

Parma, 4 ottobre 2017