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La partita in cui hanno vinto tutti

La partita in cui hanno vinto tutti

Sabato 28 maggio, oratorio San Carlo di Milano, a poche ore dalla finale dalla Champions League: Luca, Antonio, Alessandro, Thomas, Riccardo, Angelo e tutti gli altri amici si sono sfidati in una partita di calcio molto speciale. Una partita tra ragazzi accumunati da una storia: avere – o avere avuto – un tumore. È stata una sfida meravigliosa, tra la squadra del Progetto Giovani della Pediatria Oncologica dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e la squadra dell’Oncologia Pediatrica di Padova.

Un modo particolare per raccontare a tutti cosa vuol dire ammalarsi di tumore mentre si va alle superiori. Per raccontare che oltre che compagni di corsia, si può essere compagni di squadra.

La squadra di calcio è una delle iniziative del Progetto Giovani dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano (www.ilprogettogiovani.it), un progetto innovativo dedicato agli adolescenti malati di tumore.

Partita“L’idea – racconta il dottor Andrea Ferrari, responsabile del progetto dell’INT – è quella di creare davvero un nuovo modello di organizzazione medica e di cultura specifica, con la sfida di occuparsi non solo della malattia, ma della vita dei ragazzi. Creare una squadra di calcio vuol dire permettere ai ragazzi di continuare a fare le stesse cose che facevano prima dell’insorgere della malattia. Promuovere la normalità dei ragazzi è il nostro dogma”.

La peculiarità del Progetto Giovani, che è sostenuto dall’Associazione Bianca Garavaglia, è il duplice aspetto clinico e di supporto: da un lato promuovere aspetti clinici (come l’inclusione dei pazienti nei protocolli di cura, l’assistenza psico-sociale e le misure di conservazione della fertilità), dall’altro creare spazi – c’è addirittura una palestra in reparto – e progetti dedicati, che possano aiutare i pazienti ad affrontare in modo diverso il cammino di cura. Percorsi che permettano ai ragazzi di stare insieme, di condividere il complicato periodo delle cure. Con la sfida di trovare vie innovative – magari attraverso l’espressione artistica – per avvicinarsi al mondo personale dei pazienti, entrare in contatto con la prospettiva soggettiva dei ragazzi, fatta di pensieri, paure, aspettative. Progetti che durano mesi, come scrivere e produrre una canzone con Elio e le Storie Tese (Nuvole di Ossigeno): la progettualità è una potente medicina per pazienti che in realtà non sanno quale sarà il loro futuro.

“Il Progetto Giovani si presenta come un modello di reale integrazione multidisciplinare – dice la Dr.ssa Maura Massimino, primario della struttura complessa di Pediatria Oncologica dell’Istituto – un modello di vera umanizzazione della medicina, in cui al centro del percorso di cura non c’è il paziente, ma un ragazzo e una ragazza”.

Esiste poi un importante problema clinico. Racconta il dottor Ferrari: “Il Progetto Giovani vuole dare vita ad un movimento che affronti in modo determinato il fatto che i pazienti adolescenti hanno minori possibilità di accedere ai centri di eccellenza e, come risultato, hanno minori probabilità di guarire dei bambini, a parità di condizione clinica”.

La sostenibilità di un’idea, di un progetto, passa necessariamente attraverso il suo riconoscimento a livello istituzionale, a livello di comunità, ed è fondamentale quindi la pretesa del Progetto Giovani di creare una progettualità più ampia e condivisa, che coinvolga più livelli di azione. “E così nascono progetti simili in altri ospedali d’Italia, come Padova – dice il dottor Gianni Bisogno, che da Padova ha portato oggi i suoi ragazzi a Milano, per questa sfida, insieme ai volontari della Fondazione Città della Speranza.

Aggiunge Ferrari: “Nel gennaio 2014, in questo modo, è nato il progetto SIAMO – Società scientifiche italiana Insieme per Adolescenti con Malattie Onco-ematologiche (www.progettosiamo.it)”.

In campo, durante la partita, accanto a pazienti ed ex pazienti, molti dei tanti specialisti che contribuiscono a creare quel team multidisciplinare così importante per la presa in carico globale del paziente, psicologi, educatori, fisioterapisti, genitori; ed i trainer del Progetto del Vento, che coordinano – con il dottor Filippo Spreafico e Michele Murelli – l’attività sportiva del Progetto Giovani, calcio, ma anche palestra e vela.

Il risultato finale, poco conta. Hanno vinto tutti. Ma per chi lo volesse sapere, è finita 7-5 per i ragazzi di Padova. A settembre la rivincita. “Poi – dice Ferrari – un campionato nazionale”.

Milano, 8 giugno 2016