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ATS 2016: nuove analisi  consolidano i dati di efficacia, sicurezza e tollerabilità di  nintedanib in un’ampia popolazione di pazienti con Fibrosi Polmonare Idiopatica

ATS 2016: nuove analisi consolidano i dati di efficacia, sicurezza e tollerabilità di nintedanib in un’ampia popolazione di pazienti con Fibrosi Polmonare Idiopatica

 

I risultati di nuove analisi presentati ad ATS 2016, il Congresso annuale dell’American Thoracic Society, portano ulteriori conferme sul profilo di efficacia e sicurezza di nintedanib nella fibrosi polmonare idiopatica (IPF). Boehringer Ingelheim ha presentato ad ATS 2016 un totale di 12 abstract relativi alla IPF, tra cui ulteriori analisi degli studi INPULSIS®, con risultati che si aggiungono al crescente corpus di evidenze che confermano il beneficio clinico di nintedanib in un’ampia popolazione di pazienti, dimostrando che:

• ha rallentato la progressione della malattia per l’endpoint composito di declino della funzionalità polmonare (FVC >10%) e mortalità.

• ha rallentato il declino della funzionalità polmonare, indipendentemente dallo stadio di gravità della malattia, misurato con indice GAP (basato su genere, età dei pazienti e fisiologia della malattia) al basale.

• ha ridotto in maniera significativa il rischio di prima riacutizzazione grave riferita dallo sperimentatore (riportata come evento avverso grave) del 43% rispetto a placebo sulla base dei dati aggregati degli studi INPULSIS®.

• I dati di post-marketing surveillance a un anno, che comprendono i dati clinici d’impiego in contesti real life in 6.700 pazienti in terapia con nintedanib, hanno ulteriormente confermato il profilo di sicurezza e tollerabilità osservato negli studi clinici registrativi.

boehringer“La progressione della IPF è variabile e imprevedibile, ma con il passare del tempo la funzionalità polmonare di chi ne è colpito si deteriora in maniera progressiva e irreversibile” – ha commentato Imre Noth, Professore di Medicina e Direttore del Programma Malattie Polmonari Interstiziali dell’Università di Chicago – “Le analisi in corso dei dati degli studi di Fase III INPULSIS® e dell’impiego in contesti real life forniscono ulteriore conferma della sicurezza e dell’efficacia della terapia con nintedanib. Rallentare la progressione della malattia è un obiettivo terapeutico importante e questi dati avvalorano il beneficio di questa terapia per i pazienti con IPF indipendentemente dal grado di gravità della malattia”.

I risultati delle nuove analisi di dati aggregati degli studi di Fase III INPULSIS® dimostrano che:

• nintedanib ha ridotto in maniera significativa il rischio di progressione della malattia del 40% (27,1% per nintedanib contro 41,4% per placebo; p<0,0001), misurato dall’endpoint composito di declino della funzionalità polmonare (FVC >10%) o mortalità a 52 settimane. Le analisi dimostrano, inoltre, l’omogeneità del rallentamento della progressione della malattia in una ampia popolazione di pazienti classificati in base alla FVC al basale. Si rimanda all’abstract completo per i dettagli.

• Il beneficio clinico di nintedanib è stato omogeneo in tutti i sottogruppi. Il farmaco ha rallentato il declino della funzionalità polmonare indipendentemente dallo stadio della malattia rilevato nei pazienti con indice GAP (gender, age e physiology, ovvero genere,età del paziente e fisiologia della malattia) al basale. Si rimanda all’abstract completo per i dettagli.

• In termini di tempo alla prima riacutizzazione acuta nintedanib ha ridotto del 43% (3,6% per nintedanib contro 6,1% per placebo; p=0,0476) il rischio per le riacutizzazioni acute riferite dagli sperimentatori come evento avverso grave, e del 70% (1,6% per nintedanib contro 5% per placebo; p=0,0019) per eventi avversi gravi giudicati come riacutizzazioni acute confermate o sospette. Le riacutizzazioni acute riferite come eventi avversi gravi sono state associate a maggior rischio di mortalità rispetto a quelle riferite come eventi avversi non gravi. Si rimanda all’abstract completo per i dettagli.

• I dati a un anno di post-marketing surveillance relativi a eventi avversi, che comprendono i dati clinici real life di oltre 6.700 pazienti in terapia con nintedanib negli Stati Uniti, sono in linea con quelli osservati negli studi clinici registrativi. Non sono stati osservati nuovi segnali o eventi inattesi in merito alla sicurezza. Si rimanda all’abstract completo per i dettagli.

“Boehringer Ingelheim è impegnata nel progresso della ricerca scientifica per rispondere ai bisogni insoddisfatti di coloro che sono colpiti da malattie rare, per le quali esistono limitate opzioni terapeutiche” – ha commentato il Dottor William Mezzanotte, Responsabile dell’Area Terapeutica Medicina Respiratoria – “Sono già più di 10.000 i pazienti che, ad oggi, nel mondo hanno ricevuto nintedanib come terapia, e continuiamo a lavorare per aumentare le conoscenze sulla IPF attraverso il nostro programma di studi clinici e le continue attività di ricerca sul farmaco in contesti clinici real life”.

Nintedanib

Nintedanib, inibitore di tirosin-chinasi a piccola molecola, sviluppato dai ricercatori Boehringer Ingelheim, è indicato per l’impiego negli adulti come terapia della fibrosi polmonare idiopatica. Nel 2015 è stato inserito nelle linee guida internazionali aggiornate sul trattamento della fibrosi polmonare idiopatica.

Nintedanib rallenta la progressione della malattia, riducendo di circa il 50% il declino della funzionalità polmonare in una vasta gamma di pazienti affetti da IPF, tra cui quelli con malattia in fase precoce (minima compromissione della funzionalità polmonare, FVC >90% del predetto), fibrosi limitata (assenza di ispessimento interstiziale a nido d’ape o honeycombing) alla TAC toracica ad alta risoluzione (HRCT) e pazienti con enfisema. Gli effetti collaterali di nintedanib possono essere efficacemente gestiti nella maggior parte dei pazienti e quello più frequentemente riferito è la diarrea.

Nintedanib lega, inibendoli, i recettori del fattore di crescita che hanno dimostrato di essere coinvolti nella patogenesi della fibrosi polmonare, soprattutto il recettore del fattore di crescita derivato dalle piastrine (PDGFR), il recettore del fattore di crescita fibroblastico (FGFR) e il recettore del fattore di crescita endoteliale vascolare (VEGFR). Si ritiene che nintedanib, bloccando queste vie di passaggio dei segnali coinvolte nei processi fibrotici, rallenti il declino della funzionalità polmonare e la progressione della malattia.

La Fibrosi Polmonare Idiopatica (IPF)

La IPF è una patologia respiratoria polmonare progressiva cronica, gravemente invalidante dall’esito infausto, che colpisce 3 milioni di persone nel mondo. L’evoluzione della IPF è variabile e imprevedibile, ma con il passare del tempo la funzionalità polmonare di chi ne è colpito si deteriora progressivamente e in maniera irreversibile.

La malattia si caratterizza per formazione progressiva di tessuto cicatriziale permanente a livello polmonare – ovvero fibrosi – con conseguenti difficoltà respiratorie con conseguente perdita di funzionalità polmonare nel tempo. Infatti, con il passare del tempo, a mano a mano che il tessuto cicatriziale si accumula e ispessisce, i polmoni perdono la capacità di scambiare ossigeno e di metterlo in circolo e di conseguenza di ossigenare in modo sufficiente gli organi vitali. Di conseguenza, chi è colpito da IPF, presenta dispnea, tosse secca, difficoltà a svolgere le normali attività quotidiane.

Boehringer Ingelheim – Il Gruppo Boehringer Ingelheim è una delle prime 20 aziende farmaceutiche del mondo. Il gruppo ha sede a Ingelheim, Germania, e opera a livello globale con 145 affiliate e circa 47.500 dipendenti. Fondata nel 1885, l’azienda a proprietà familiare si dedica a ricerca, sviluppo, produzione e commercializzazione di prodotti innovativi dall’elevato valore terapeutico nel campo della medicina e della veterinaria. Operare in maniera socialmente responsabile è un punto centrale della cultura e dell’impegno di Boehringer Ingelheim. La partecipazione a progetti sociali in tutto il mondo, quali ad esempio l’iniziativa “Making more Health”, e l’attenzione per i propri dipendenti sono parte di questo impegno di responsabilità sociale, così come lo sono il rispetto, le pari opportunità e la conciliazione dei tempi di lavoro e della famiglia che costituiscono le fondamenta della mutua collaborazione fra l’azienda e i suoi dipendenti, e l’attenzione all’ambiente, alla sua tutela e sostenibilità, che sono sottese in ogni attività che Boehringer Ingelheim intraprende. Nel 2015, Boehringer Ingelheim ha registrato un fatturato netto di circa 14,8 miliardi di euro e investimenti in ricerca e sviluppo pari al 20,3 percento del suo fatturato netto.

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Ingelheim, Germania, 16 maggio, 2016