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Value Academy: formazione e “program budgeting”  per un Servizio Sanitario condiviso ed efficace

Value Academy: formazione e “program budgeting” per un Servizio Sanitario condiviso ed efficace

 

Fondazione Charta promuove un progetto formativo rivolto ai decisori politico-amministrativi della sanità italiana per uniformare al rialzo l’offerta di salute su tutto il territorio nazionale. Oggi a Roma il primo appuntamento.

Fornire gli strumenti di Governance necessari a mettere le diverse realtà locali a confronto per permettergli di agire in un’ottica di program budgeting, ovvero in base ai piani e sistemi di cura uniformando al rialzo l’offerta sanitaria su tutto il territorio nazionale. È lo scopo del progetto “Value Academy” promosso da Fondazione Charta (Center for Health Associated Research and Technology Assessment) – realtà attiva in campo sanitario, socio-sanitario e socio-economico – e presentato oggi a Roma, con il contributo non condizionato di Boehringer Ingelheim Italia, nel corso di un evento rivolto a direttori generali, sanitari, amministrativi e dirigenti degli Assessorati Regionali.

In un sistema sanitario sempre più complesso dove le competenze richieste sono molteplici, la possibilità di informarsi e formarsi correttamente è ormai prioritaria oltre che strategica. Il concetto di misurabilità delle prestazioni, valutazione del valore, aggiornamento delle normative, accesso alle best practice sanitarie e il confronto con tutti i soggetti del sistema (clinici, pazienti, media, social influencer, rappresentanti istituzionali) è quanto mai importante. Su questa linea, la “Value Academy” propone un pacchetto formativo su alcuni temi fondamentali come i PDTA (Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali), la Governance Farmaceutica, gli acquisti in sanità, il nuovo Codice degli Appalti, fino alle valutazioni di farmaco-economia.

«In termini di Governance farmaceutica risulta fondamentale condividere best practice sulla lotta agli sprechi; in altre parole tutti quegli strumenti che possano portare al contenimento della spesa e a liberare risorse da utilizzare meglio in sanità a beneficio dei pazienti – spiega Paolo Francesco Maria Saccà, Senior Consultant AGENAS -. Purtroppo, ci sono ancora ventuno “Italie” diverse dal punto di vista sanitario. Il nostro obiettivo deve essere anche quello di fermare la migrazione sanitaria tra le Regioni, fenomeno che si riscontra soprattutto in ambito oncologico, ortopedico e nella gestione delle patologie cardiache, riuscendo a fornire gli stessi livelli di performance su tutto il territorio. Tramite la “Value Academy” e grazie a incontri come quello di oggi, vogliamo offrire un momento di confronto tra le diverse realtà sanitarie del territorio, che porti a condividere punti di forza e criticità, così da gestirle insieme secondo schemi precisi universalmente riconosciuti».

Un progetto formativo che ha riunito oggi a Roma alcuni dei principali decisori politico-amministrativi della sanità italiana in un momento di discussione sui maggiori strumenti utili a prendere decisioni sempre più consapevoli, in linea con il contenimento e l’ottimizzazione della spesa.

«Lavorare sul valore è ormai imprescindibile in sanità. Una ricetta per massimizzare il binomio innovazione/sostenibilità arriva dalla cosiddetta Value Based Healthcare, sinonimo di efficienza nella allocazione delle risorse rispetto al massimo beneficio ottenibile per i pazienti in relazione alle specifiche malattie – afferma Andrea Silenzi di VIHTALI, Università Cattolica del Sacro Cuore -. La vera sfida oggi è mantenere l’universalità del Servizio Sanitario Nazionale, una possibile ricetta passa dalla programmazione di 50/60 grandi sistemi per patologia, una sorta di cornice nazionale che aiuti e supporti la necessaria definizione di reti socio-assistenziali su base loco-regionale. La Value Based Healthcare rappresenta, quindi, una sorta di contenitore delle evoluzioni raggiunte negli ultimi vent’anni in termini di Governance e Management sanitari, per arrivare poi alla cosiddetta Integrated Care. Quest’ultima, è sinonimo di trasformazione dei servizi, non più basati sulle performance delle singole organizzazioni bensì sul concetto di rete clinica integrata basata sulla popolazione».

In questo momento il Fondo Sanitario dispone di una cifra allocata in relazione alla quota capitaria (un insieme articolato di criteri che vengono applicati alla popolazione delle Regioni e che danno poi luogo al finanziamento assegnato dallo Stato a ciascuna) aggiustata per alcune variabili. Secondo gli esperti, invece, è necessario arrivare ad una ripartizione delle risorse in ottica di program budgeting. In questo modo, il Paese saprebbe quanto spendere per il trattamento e la gestione delle singole patologie.

«Negli USA, patria della Value Based Healthcare, il concetto di valore è applicato a livello delle singole organizzazioni sanitarie, non essendo presente un Sistema Sanitario vero e proprio come il nostro SSN – spiega ancora Silenzi -. In Italia, la sfida è implementare il valore come catalizzatore della trasformazione dei servizi socio-sanitari. Per far ciò, però, è necessaria una programmazione che permetta di avere libertà organizzativa locale nel rispetto di un quadro di riferimento comune e chiaro a livello nazionale».

L’importante sarebbe, quindi, arrivare ad una reale misurazione dei risultati di salute sui cittadini. La ricetta europea della Value Based Healthcare passa per questa sfida programmatoria molto complessa, che ha l’obiettivo di mantenere un SSN pubblico con un focus su paziente e patologia.

«In Boehringer Ingelheim abbiamo intrapreso un percorso di evoluzione fondato su un approccio “Value Based”, proprio con l’ambizione di promuovere e supportare lo sviluppo di un sistema sanitario migliore e sostenibile – spiega Claudio De Carli, Head of Public Affairs di Boehringer Ingelheim Italia -. Un percorso nuovo ed inclusivo che permetta di costruire modelli innovativi di presa in carico del paziente. I principi fondamentali a cui ci ispiriamo sono sei: paziente al centro, ascolto dei nostri stakeholder, investire nella diversità, condividere le nostre competenze chiave per lo sviluppo di innovazioni, integrare la nostra offerta di prodotto con servizi di valore e valutare le idee attraverso un approccio basato sulla Real World Evidence».

Roma, 20 dicembre 2017