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Parto in acqua all’Ospedale San Giuseppe di Milano, Gruppo MultiMedica: inaugurata sala all’avanguardia per le future mamme

Parto in acqua all’Ospedale San Giuseppe di Milano, Gruppo MultiMedica: inaugurata sala all’avanguardia per le future mamme

L’Ospedale San Giuseppe di Milano, Gruppo MultiMedica, inaugura un ambiente esclusivo dedicato al parto in acqua: una sala all’avanguardia, attrezzata con apposita vasca, è a disposizione delle donne che vorranno dare il più dolce benvenuto al proprio bambino. Il parto in acqua, definito anche “nascita dolce”, è infatti uno dei modi meno traumatici per accogliere al mondo il neonato.

Il Dipartimento Materno-Infantile dell’Ospedale San Giuseppe, diretto dal Professor Stefano Bianchi, registra circa 1.400 parti all’anno e punta ad arricchire il reparto con uno spazio esclusivo dedicato al parto in acqua, servizio sempre più richiesto dalle mamme italiane. Infatti, anche se distanti da Regno Unito e Nord Europa – dove l’80% delle donne sceglie di partorire in acqua – in Italia l’interesse verso questa tipologia di parto è in aumento e la possibilità di realizzarlo è sempre più apprezzata. L’acqua, come elemento di passaggio graduale dal ventre materno alla vita, può essere la prima culla in grado di addolcire il momento più delicato dell’esistenza, sia della mamma che del bambino, generando diversi effetti positivi per entrambi.

Cinzia Piola, coordinatrice ostetrico-infermieristica del Dipartimento Materno-Infantile dell’Ospedale San Giuseppe, Gruppo MultiMedica, spiega quali sono i benefici dell’acqua per la mamma durante le fasi del parto: “L’acqua è importantissima nella nostra vita, fin dalla prima fase di crescita endouterina siamo immersi in ambiente acquatico che, durante la gravidanza, viene monitorato come segnale di benessere. I benefici dell’acqua sono numerosi non solo durante il parto ma anche durante tutta la gravidanza e il travaglio. L’acqua, diminuendo la pressione addominale, alleggerisce il peso della pancia rendendo i movimenti più agili e semplici e favorendo la libertà di movimento della futura madre, che più facilmente assumerà le posizioni che, in ogni momento, la aiuteranno maggiormente a gestire il dolore delle contrazioni. Seguire l’istinto e muoversi in risposta ad esso è infatti il modo migliore che la mamma ha a disposizione per rendere il parto più fluido: il bambino troverà i diametri migliori per ruotare e scendere attraverso il canale del parto e i tessuti materni subiranno minori traumi. L’acqua apporta benefici a tutte, chi ha mal di schiena, chi ai reni, chi sopra il pube, chi è stanca e fatica a sostenersi sulle gambe, troverà sollievo e beneficio nell’immersione in acqua. L’acqua calda – prosegue Cinzia Piolamodifica la percezione del dolore, non lo annulla ma lo rende maggiormente gestibile, regola la pausa tra una contrazione e l’altra permettendo alla futura mamma di godere dei benefìci della pausa per riposare e ricaricare le energie, preparandosi così ad affrontare la contrazione successiva. Il potere rilassante dell’acqua potrebbe anche favorire la dilatazione del collo dell’utero e quindi un travaglio più veloce. La mamma è sempre libera di uscire dalla vasca ogni qual volta ne senta la necessità, infatti, alcune donne amano il comfort dell’acqua durante il travaglio ma hanno bisogno di uscire quando il bambino nasce e questa deve sempre essere considerata una possibilità”.

Nell’intimità della vasca anche il neonato percepisce importantissimi benefici: “Per il bambino – spiega Cinzia Piola nascere in acqua significa passare dall’habitat naturale, liquido e caldo, ad un ambiente molto simile a quello in cui ha galleggiato per nove mesi, pertanto l’adattamento alla vita extrauterina sarà più dolce e meno brusco, tant’è che molto spesso i bambini nati nell’acqua non piangono. Una volta adagiato tra le braccia della sua mamma, la reazione al passaggio da caldo a freddo stimolerà nel bambino l’istinto della respirazione”.

Non sempre, però, il desiderio della futura mamma di vivere l’esperienza del parto in acqua può essere assecondato: “Per accedere al travaglio e al parto in acqua – precisa Cinzia Piolaè necessario rispondere ad una serie di criteri quali: una gravidanza totalmente fisiologica (assenza di qualsiasi patologia materna e/o fetale), epoca gestazionale compresa tra le 37 e le 41 settimane, gravidanza singola con feto in presentazione cefalica. Ma anche il travaglio deve essere fisiologico e pertanto iniziare spontaneamente, il liquido amniotico deve mantenersi limpido per tutta la durata, non vi devono essere cambiamenti significativi nel battito cardiaco fetale e non deve essere necessario l’uso di ossitocina per incentivare le contrazioni”.

Il nuovo servizio del parto in acqua si aggiunge ad altre iniziative del Dipartimento Materno-Infantile dell’Ospedale MultiMedica promosse nell’ottica di migliorare la presa in carico delle donne in dolce attesa, come ad esempio lo “Sportello Nascite”, servizio di accoglienza dedicato esclusivamente alle future mamme, attivo dal 2015, grazie al quale poter programmare tutto il percorso sanitario della gravidanza (visite, corsi, parto, visite post partum) in un’unica volta.

Milano, 29 agosto 2017