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Nutraceutici efficaci sulla disbiosi intestinale per prevenire il rischio cardiovascolare e per contribuire a un risparmio per il Sistema Sanitario

Nutraceutici efficaci sulla disbiosi intestinale per prevenire il rischio cardiovascolare e per contribuire a un risparmio per il Sistema Sanitario

Prevenire e affrontare le malattie cardiovascolari e allo stesso tempo limitare i costi sanitari è possibile grazie anche a un utilizzo più diffuso del prodotto nutraceutico

L’argomento sarà al centro, domani, dell’intervento del professor Giorgio Colombo del dipartimento di Scienze del Farmaco dell’Università degli Studi di Pavia, Centro di Ricerca Save Studi Milano, al NUCE (Nutraceuticals Conference) che si svolge all’interno di Cosmofarma 2018.

Durante la sua relazione dal titolo “Disbiosi intestinale e rischio cardiovascolare: valore clinico ed economico dell’intervento nutraceutico”, resa possibile grazie al contributo di Montefarmaco OTC, il professor Colombo prenderà in esame l’importanza e l’efficacia del prodotto nutraceutico nella gestione dei costi sanitari in relazione a una determinata patologia, in particolare a quelle correlate all’aspettativa di vita e per le quali i nutraceutici sono clinicamente efficaci. I risultati sono confermati anche da recenti studi riguardanti l’efficacia dei nutraceutici sulla disbiosi intestinale per prevenire il rischio cardiovascolare, sia da studi di nutraeconomia che confermano un possibile risparmio per il Sistema Sanitario.

Nel caso di pazienti a basso rischio cardiovascolare, per esempio, i nutraceutici offrono una soluzione di trattamento alternativa all’uso dei farmaci ipolipemizzanti, rimborsati per questi soggetti – spiega il professor Colombo – e quindi permettono di favorire il controllo della patologia e di evitare i costi degli eventi avversi correlati ai farmaci”. In Italia i costi diretti delle malattie cardiovascolari per il Sistema Sanitario Nazionale sono di circa 16 miliardi di euro all’anno, ai quali vanno aggiunti circa 5 miliardi in termini di costi indiretti calcolati principalmente come perdita di produttività. “È quindi importante trovare soluzioni per il paziente per prevenire alcune patologie o per aiutarlo a tenere sotto controllo il proprio stato di salute e al contempo per non peggiorare anche quello del nostro Sistema Sanitario Nazionale”, conclude Colombo.

Bologna, 19 aprile 2018