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L’assistenza domiciliare quale valore essenziale per la società italiana di oggi e di domani

L’assistenza domiciliare quale valore essenziale per la società italiana di oggi e di domani

A cura di Michele Mennillo, Presidente Gruppo Paxme

Il quadro dell’assistenza alla non autosufficienza in Italia si presenta in evoluzione seppure ancora a livelli non sufficienti per rispondere alla domanda di singoli e unità familiari nel territorio. I dati Istat 2015 attestano come in Italia gli over 65 costituiscono il 21,7% della popolazione e sono circa 2 milioni e 500 mila a presentare almeno una limitazione funzionale. Accanto a questi, chi percepisce un’indennità di accompagnamento, al netto delle persone ospiti presso presidi socio-assistenziali, sono 1.858.440, di questi 1.318.440 hanno più di 65 anni (dati Istat 2014).

Questo è il quadro dell’Italia, che presenta una percentuale di popolazione anziana elevata e un’aspettativa di vita fra le più alte nel mondo. Gli assistiti in Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) sono secondo le stime del SIAD (Sistema informativo sulle cure domiciliari) solo 50 over-65 su mille, contro una media nei Paesi dell’Ocse di 70 anziani ogni mille. E’ chiaro come ci sia molto ancora da fare a livello territoriale oltre che nazionale per raggiungere la media considerata ottimale che si attesterebbe su 100 anziani ogni mille. L’attività assistenziale a persone non autosufficienti e disabili è in larga parte svolta dai familiari che si fanno carico del proprio caro direttamente o tramite il ricorso a badanti o personale di formazione infermieristica, assolti a proprie spese.

Michele Mennillo Presidente gruppo Paxme
Michele Mennillo Presidente gruppo Paxme

In Lombardia, e nello specifico nelle aree territoriali di Milano, Como e Monza in cui sono attivi i servizi di una realtà assistenziale quale Gruppo Paxme, lo specchio riflette un’immagine solo in parte migliore rispetto al quadro nazionale appena presentato. Sono gli stessi dati del Ministero della Salute di ottobre 2016 a indicare come l’assistenza domiciliare integrata a livello regionale sia eterogenea con una quota di anziani fruitori del servizio di assistenza integrata che supera la media nazionale (già in sé bassa, il 2,31% della popolazione di 65 anni) nelle regioni di Piemonte, Lombardia, Provincia di Trento, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Abruzzo, Molise e Sicilia), mentre in Valle D’Aosta e Calabria il valore scende sotto l’1%.

I dati sono sintomo di una parcellizzazione della sanità dovuta alla relativa autonomia di ogni Regione nell’applicazione della normativa ed erogazione del servizio che comporta quindi frammentazione ed eterogeneità delle realtà territoriali. “Nella nostra attività quotidiana”, afferma Michele Mennillo, Presidente di Gruppo Paxme, “riscontriamo una esigenza crescente di supporto da parte di famiglie e singoli individui che vorrebbero poter donare ai propri familiari malati quella serenità fisica e anche emotiva necessaria ad accompagnarli in queste delicate fasi della loro vita”.

I medici e il personale infermieristico, OSS e non solo, che collaborano con Paxme si fanno carico in modo professionale delle persone in affido garantendo sempre una presa in carico che sia garante del benessere, della salute e della qualità di vita degli utenti.

Gli utenti, prevalentemente anziani che vertono in una situazione di fragilità, usufruiscono dei servizi sanitari e socio assistenziali di Paxme che non eroga solo servizi di assistenza alla persona nel suo domicilio, ma è attenta anche alle necessità degli utenti cronici in un’ottica di prevenzione come strumento per ridurre l’impatto della cronicità sulla spesa pubblica e soprattutto per la tutela della salute delle persone. I servizi offerti agli utenti cronici prevedono la realizzazione di un piano assistenziale che guida l’utente al monitoraggio del proprio stato di salute e una centrale di ascolto presidiata da personale sanitario pronta a rispondere ad ogni richiesta degli utenti, dare supporto nella prenotazione delle visite specialistiche o di visite infermieristiche ambulatoriali.

Paxme vuole essere soggetto di integrazione tra i servizi sul territorio per accompagnare le persone alle diverse Unità d’Offerta in base a quelle che sono le reali necessità dell’utente e possibilità di supporto della famiglia. Solo attraverso l’offerta integrata di più servizi quali l’Assistenza Domiciliare, le Cure Palliative, i Servizi Domiciliari di assistenza ad anziani, minori e disabili, le strutture dedicate alla residenzialità come RSA e RSD, i centri diurni, gli hospice e il servizio di prevenzione delle patologie croniche CReG, si riesce ad offrire una moltitudine di servizi a più livelli di assistenza, incarnando quanto indicato dal decreto Balduzzi che prevede una forte integrazione tra attori, servizi ed unità d’offerta, ma perché ciò avvenga è necessaria, come evidenzia il decreto stesso, un’adeguata assistenza sanitaria di rete sul territorio. Sono proprio “rete” ed “integrazione” le parole chiave delle nuove “Regole di Gestione del Servizio Sociosanitario 2017” e della dgr 5918 di Regione Lombardia “Disposizioni in merito all’evoluzione del modello organizzativo della rete delle cure palliative in Lombardia”. Normative alle quali il Gruppo Paxme si sta già adeguando realizzando convenzioni ed accordi alla luce della ferma convinzione che una medicina integrata su più livelli di Assistenza, garantisca continuità tra gli ospedali ed il territorio.

Un esempio della ricerca della continuità tra le diverse unità d’offerta inserito nelle regole di Gestione del Servizio Sociosanitario è il Centralino Unico: un servizio che definisce il percorso di cura più adeguato nella fase di post ricovero per una corretta risposta ai bisogni sanitari rilevati. Paxme da anni, con lungimiranza, ha istituito tramite il servizio CReG una Centrale Operativa, ovvero un centralino unico che gestisce il paziente, il suo piano di cura, appuntamenti e controlli medici tramite una cartella clinica informatizzata indirizzando l’utente verso i servizi dei quali necessita. Questo è sintomo della condivisione del Gruppo Paxme della visione di Regione Lombardia di creare una rete d’offerta per gli Utenti che possa rispondere in modo corretto alle diverse necessità e con le cure più opportune.

“Crediamo sia importante portare avanti la filosofia della complementarietà tra servizi inserendosi come raccordo tra le varie unità d’offerta ponendo sempre al centro i bisogni degli utenti, guardando al Sistema Sanitario con un approccio sistemico-integrato capace di far fronte ai mutamenti di una popolazione che invecchia per cui le reti di supporto famigliare si fanno sempre più precarie” commenta Mennillo secondo cui tale approccio si pone in un’ottica di ottimizzazione delle risorse, in continua ricerca di innovazione e di sempre miglioramento della qualità dell’offerta sanitaria.

Milano, 24 gennaio 2017