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La ricetta di AMD per contenere costi e numeri allarmanti sul diabete

La ricetta di AMD per contenere costi e numeri allarmanti sul diabete

Empowerment della rete di professionisti e ottimizzazione di percorsi condivisi: la ricetta di AMD per contenere costi e numeri – allarmanti – sul diabete

Nicoletta Musacchio, Presidente AMD, commenta i dati, resi noti ieri, relativi al numero di persone malate di diabete e ai costi, sempre più alti, legati alla patologia: “Le risorse esistono così come la rete di specialisti. Ora è necessario mettere a sistema le forze presenti su territorio (specialisti, MMG e infermieri) e rendere sempre più autonomo il paziente nella corretta gestione della terapia”.

AMD-2“In Italia abbiamo specialisti e infermieri preparati a lavorare in team e Medici di Medicina Generale, ma ora è necessario valorizzare queste risorse per dare la possibilità ai professionisti di mettere a sistema le proprie competenze, per dare vita a un lavoro di squadra con l’obiettivo comune di affrontare al meglio la malattia, abbassare i costi e ridurre il numero di malati”. Nicoletta Musacchio, presidente AMD, commenta il quadro, allarmante, sul diabete, delineato ieri da uno studio mondiale – con un focus sui dati italiani – realizzato dai ricercatori dell’Imperial College di Londra, in collaborazione con la School of Public Health di Harvard, l’Organizzazione mondiale della Sanità e molti enti di ricerca fra cui l’Istituto superiore di sanità.

AMD, che da anni promuove la formazione dei medici e l’interazione di team di professionisti, sottolinea la necessità di rivedere l’organizzazione esistente nella cura del diabete.

“L’approccio alla cronicità diventa vincente se, nel percorso di cura, il paziente viene considerato come una risorsa che può diventare sempre più autonoma nel gestire la malattia, seguendo le indicazioni di team di professionisti – conclude Musacchio -. Inostri medici diabetologi da anni vengono formati non solosui temi dell’appropriatezza terapeutica farmacologica ma anche della pedagogia clinica e dell’educazione terapeutica, con l’obiettivo comune di mettere a sistema tutte le competenze e di trasferirle nel modo più idoneo al paziente. La messa in pratica, in modo riconosciuto e uniforme, delle competenze del singolo, rappresenta la vittoria sulla cronicità”.

Roma, 13 aprile 2016