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Alleanza strategica tra la Fondazione Don Gnocchi e l'Istituto italiano di tecnologia

Alleanza strategica tra la Fondazione Don Gnocchi e l’Istituto italiano di tecnologia

Nasce il Joint-Lab dedicato alla riabilitazione

Presentato oggi a Milano un laboratorio congiunto di ricerca dove le tecnologie diventano soluzioni per la salute

La Fondazione Don Gnocchi e l’IIT-Istituto Italiano di Tecnologia hanno costituito un joint-lab all’IRCCS “S. Maria Nascente” di Milano dedicato allo sviluppo di soluzioni tecnologiche per la riabilitazione. L’alleanza strategica fra le due realtà è stata presentata oggi, 11 luglio, nel corso di un evento organizzato al Centro IRCCS “S. Maria Nascente” di Milano della Fondazione Don Gnocchi, a cui è intervenuto Giovanni Leonardi, direttore generale Ricerca e Innovazione in sanità del ministero della Salute.

L’aumento di pazienti anziani e con più patologie croniche richiede oggi nuovi processi di innovazione in sanità. Per tale ragione la Fondazione Don Gnocchi e l’Istituto Italiano di Tecnologia hanno voluto stringere un’alleanza, con l’obiettivo di trasformare sapere scientifico e innovazione tecnologica in soluzioni efficaci per la riabilitazione e per il miglioramento della qualità di vita delle persone più fragili. L’obiettivo è unire gli sforzi di due istituzioni, leader nel proprio campo, per sviluppare insieme soluzioni che, associando clinica e tecnologia, abilitino percorsi di vera continuità assistenziale e assicurino una medicina sempre più “su misura” del paziente complesso e cronico e della sua famiglia.

Tale collaborazione permetterà di gestire su larga scala applicazioni innovative sviluppate nel campo della riabilitazione e dell’assistenza.

Tra i progetti in programma e che verranno sviluppati al Centro IRCCS “S. Maria Nascente” di Milano ha uno speciale rilievo l’applicazione in ambito sanitario del robot R1 dell’Istituto Italiano di Tecnologia. Il robot – sviluppato come “piattaforma robotica generica”, dotata di meccanica sofisticata, sensoristica e intelligenza artificiale – potrà essere ora “educato” a svolgere compiti in diversi ambiti. R1 è destinato a diventare un dispositivo tra i meno costosi e più versatili nel panorama internazionale, per poter entrare nelle case come robot assistivo-riabilitativo economicamente sostenibile e nelle palestre di riabilitazione come robot riabilitativo, per integrare i trattamenti più tradizionali.

Oltre al lavoro comune ed estremamente innovativo sull’utilizzo di R1 in riabilitazione e assistenza, il laboratorio congiunto vedrà attività di co-sviluppo, ottimizzazione e test clinici anche di altri dispositivi.

Tra questi, la MeCFES, una stimolazione neuromuscolare ideata dalla Fondazione Don Gnocchi e brevettata a livello mondiale, che migliora la riabilitazione di pazienti con esiti di ictus e rende più autonomi nelle attività quotidiane pazienti con lesioni spinali, raccogliendo, amplificando e riutilizzando in tempo reale l’impulso residuo e troppo debole inviato dal cervello ai muscoli.

E ancora, sensori avanzati, non invasivi e collegati tra loro nella logica dell’IoT (Internet of Things), per creare attorno al paziente – in ospedale o a casa – una rete di informazioni preziose per il rilevamento del suo stato o per il monitoraggio della risposta ai trattamenti terapeutici, 24 ore su 24. In particolare, i primi passi riguarderanno il progetto “CareLab”, un laboratorio high-tech ideato dalla Fondazione Don Gnocchi per la riabilitazione neuropsichiatrica di piccoli pazienti, ora operativo al Centro IRCCS “S. Maria Nascente” di Milano e destinato ad essere trasferito anche a domicilio.

E inoltre, robotica riabilitativa indossabile e fissa (come la piattaforma Hunova, ideata dall’IIT e già trasferita per la commercializzazione alla spin-off dell’IIT “Movendo”).

«La diffusione dei robot ci obbliga a riflettere – ha detto Roberto Cingolani, direttore scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia -. Nel 2060 in Europa un terzo dei cittadini avrà più di 65 anni, contro l’attuale 18 per cento. In questo scenario, i robot saranno una tecnologia indispensabile e l’accordo che andiamo ad avviare con la Fondazione Don Gnocchi rientra proprio nella strategia di sviluppare tecnologie avanzate a sostegno dei percorsi riabilitativi».

«Un elemento vincente nell’avvio di questa collaborazione – ha aggiunto Marco Campari, consigliere delegato della Fondazione Don Gnocchi – è la compresenza in Fondazione della componente clinica e di quella bioingegneristica: l’una ha chiari i bisogni del paziente, l’altra agisce da prezioso interfaccia con i ricercatori altamente specializzati dell’Istituto Italiano di Tecnologia, parlando con loro il medesimo linguaggio e facendosi interprete delle esigenze mediche. L’accordo odierno è il substrato su cui si innesteranno progetti specifici di sviluppo e traslazione in clinica di tecnologie specifiche. Il tutto per raggiungere il risultato più importante di questa sinergia tra due giganti diversi, che operano con un obiettivo comune: il miglioramento della qualità di vita dei pazienti».

Nel corso dell’evento di presentazione sono inoltre intervenuti, per la Fondazione Don Gnocchi, il presidente don Vincenzo Barbante e il direttore scientifico Paolo Mocarelli.

«Oggi la tecnologia permette di aumentare la vicinanza al paziente e potenziare le capacità dell’operatore clinico, mettendo realmente al centro del percorso di cura il paziente e la sua famiglia, migliorando e semplificando le sue attività quotidiane e i risultati riabilitativi. La tecnologia – ha sottolineato Furio Gramatica, responsabile dell’Health Technology Assessment della Fondazione Don Gnocchi – vuole essere l’estensione potente della volontà del paziente e della capacità del terapista. Inoltre, il miglioramento e il risultato del percorso e del singolo trattamento è misurato oggettivamente dalle “macchine” e questo è possibile poiché le tecnologie abilitanti, come ad esempio robot riabilitativi e sensori indossabili, rilevano i parametri clinici e le performance del paziente, contribuendo a creare una banca dati riabilitativa senza precedenti, dal forte valore predittivo, per curare prima e meglio».

Da quasi 70 anni la Fondazione Don Gnocchi risponde ai bisogni dei propri pazienti (10 mila persone al giorno si rivolgono ai servizi dei 28 Centri e altrettanti ambulatori oggi attivi nel Paese), coniugando ricerca scientifica e innovazione tecnologica con i valori di solidarietà e prossimità. Realtà leader nella medicina riabilitativa, la “Don Gnocchi” negli ultimi anni ha introdotto nella pratica clinica innovative soluzioni tecnologiche a supporto dei terapisti: tra queste, la riabilitazione robotica per adulti, un laboratorio hi-tech di realtà virtuale per pazienti in età evolutiva (CareLAB), fino a una vera e propria piattaforma di teleriabilitazione domiciliare.

www.dongnocchi.it